Schopenhauer

Posted on 25 gennaio 2013

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Il velo dì maya : Schopenhauer a differenza di Kant che vedeva il fenomeno come realtà e il noumeno come concetto-limite che serve solo da promemoria critico per rammentarci i limiti della coscienza; per Schopenhauer il fenomeno è parvenza, illusione, sogno ovvero ciò che per l’antica sapienza indiana era detto il “velo di maya”e il noumeno è la realtà che si nasconde dietro l’ingannevole trama del fenomeno, e che il filosofo ha il compito di scoprire. Il fenomeno di cui parla Schopenhauer è una rappresentazione che esiste solo dentro la coscienza e questa rappresentazione ha due aspetti essenziali: il soggetto rappresentante e l’oggetto rappresentato, l’oggetto e il soggetto possono esistere solo dentro la rappresentazione e non può esistere il soggetto senza l’oggetto. A differenza di Kant che ne affermava 12, Schopenhauer afferma solo 3

forme a priori: spazio, tempo e casualità. La casualità è l’unica categoria in quanto le altre sono riconducibili ad essa, e la casualità secondo Schopenhauer assume forme diverse a seconda degli ambiti in cui opera manifestandosi come necessità fisica, logica, matematica e morale ovvero come principio del divenire, del conoscere, dell ‘essere e dell ‘agire.

Pessimismo : Dire che l’essere è la manifestazione di una volontà infinita equivale a dire che la vita è dolore per essenza. Infatti volere significa desiderare e desiderare significa trovarsi in uno stato di tensione. Il desiderio è quindi per definizione assenza, vuoto cioè dolore. Ciò che gli uomini chiamano godimento o gioia non è nient ‘altro che la cessazione del dolore. Infatti secondo Schopenhauer ci può essere piacere solo se in precedenza ce stato uno stato di tensione o dolore. Il piacere quindi è solo una funzione derivata del dolore. Infatti il piacere riesce a vincere il dolore solo apatto di annullare se stesso, nonappena vienemenole* statoditensione del desiderio cessa anche il godimento. Accanto al dolore e al piacere Schopenhauer pone come terza situazione esistenziale di base la noia, che subentra quando viene meno l’aculeo del desiderio. Per concludere Schopenhauer paragona la vita umana a un pendolo che oscilla incessantemente tra il dolore e la noia, passando attraverso l’intervallo (illusorio) del piacere e della gioia.

La sofferenza universale: Secondo Schopenhauer il dolore non riguarda solo l’uomo ma investe ogni creatura. Infatti tutto soffre, non solo gli esseri animati ma anche quelli inanimati. Però l’uomo soffre di più rispetto alle altre creature perché ha maggior consapevolezza, infatti secondo Schopenhauer più si è intelligenti e più si soffre. L’illusione dell ‘amore: il fine dell’amore è solo l’accoppiamento e dì conseguenza il progredire della specie. Dal proseguire della specie di conseguenza abbiamo un proseguire del dolore. L’amore secondo Schopenhauer è uno strumento per continuare la specie, e non ce amore senza sessualità. Inoltre l’amore procreativo viene avvertito come “peccato e vergogna”, peccato perché l’uomo pur sapendo difar soffrire mette comunque al mondo altri esseri destinati a soffrire; e vergogna perché si vergogna di aver continuato la catena del dolore pur sapendo che stava peccando.

Il rifiuto dell ‘ottimismo cosmico: uno degli aspetti più significativi della filosofia di Schopenhauer è la critica delle “varie menzogne ” o ideologie con cui gli uomini cercano di nascondere a se stessi qualche dato negativo del vivere. Egli smaschera la filosofia accademica dicendo che chi viene pagato per pensare non può di certo filosofare liberamente, ma riflettere secondo le idee di chi lo paga. Questo tipo di polemica trova luogo nell’ottimismo cosmico che circola nelle filosofie e religione d’occidente dove il mondo è visto come organismo perfetto. Schopenhauer vede questa visione falsa perché il mondo non è il regno della logica e dell’armonia, ma è il teatro dell’illogicità e della sopraffazione.]

 

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